Al San Timoteo di Termoli il saio di Padre Pio, volontari AVO in azione

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    Un sorriso, un aiuto per mangiare, una chiacchierata o una passeggiata a braccetto: tutto fa bene quando ci si trova in ospedale. Se poi al disagio della degenza si aggiunge la solitudine, allora l’intervento di qualcuno che dedica del tempo al prossimo è davvero una manna dal cielo.

    Ce la mettono tutta per raggiungere questo obiettivo e lo fanno con il cuore, con tanta passione, con grande semplicità ma soprattutto con impegno e serietà i volontari ospedalieri dell’AVO di Termoli che operano tra le corsie dell’ospedale San Timoteo. Capitanati da Lucia Bocale agiscono in piena collaborazione con i sanitari, nel rispetto delle regole di ogni reparto.

    Colgono ogni occasione per allietare i momenti dei ricoverati portando quando possibile occasioni di svago o di spiritualità. L’ultima occasione, qualche giorno fa, è stata la serata di accoglienza del saio delle stigmate di San Pio da Pietrelcina. Una serata apprezzata da tutti: la reliquia di San Pio è stata portata nei reparti del San Timoteo insieme alla benedizione del sacerdote. Un momento di preghiera con la santa messa ha iniettato semi di serenità a tutti, soprattutto alle persone più devote.

    Di tutti i tipi di volontariato quello in ospedale è sicuramente uno dei più difficili, perché stare a contatto con la malattia e con la sofferenza altrui non sempre è sostenibile anche se c’è la buona volontà: la sofferenza è qualcosa che tocca le corde più nascoste ed inconsce di ciascuno. Inoltre l’ambiente ospedaliero è particolare e impone il superamento di molti scogli. Tuttavia è uno dei settori in cui il volontariato è più necessario, un’attività che ogni realtà ospedaliera, insieme alle istituzioni che soprintendono alle attività di volontariato, dovrebbe sempre incentivare e sostenere.