Quando la demenza senile non fa paura: i nuovi approcci terapeutici

Aiutare le persone colpite dalla patologia ad esprimere le proprie emozioni e sentire quelle degli altri è la sfida che allontana sempre più i farmaci e utilizza attività semplici e tradizionali

demenza

Le famiglie che hanno una persona con demenza in famiglia spesso non riescono a far fronte, in termini di energie, a tutte le loro necessità perché l’attenzione deve essere costante e 24 ore su 24. Così si rivolgono a strutture capaci di seguire in maniera diurna o di ospitare i loro cari, con il timore che la condizione di demenza sia un ostacolo per un elevato ed adeguato livello di assistenza.

Insomma, non bisogna prendersi in giro, c’è in fondo in fondo sempre la paura che le persone più difficili da gestire siano poi a lungo andare trascurate dagli operatori e messe in condizione di ‘dare fastidio’ il meno possibile. C’è la paura che la nonna che ogni tanto perde il senso della realtà o che ha dei comportamenti irrazionali venga collocata a riposo forzato e quindi in qualche modo ‘parcheggiata’.

Ne abbiamo parlato con Carmen Di Cristofaro, che da una decina d’anni gestisce l’asilo senile Argentovivo di Campobasso e che di anziani ne ha incontrati tantissimi. E che sulla demenza senile, come le sorelle che insieme a lei seguono la struttura, ha concentrato molte delle sue attenzioni e della sua formazione.

“La demenza nell’anziano è sicuramente un’emergenza dei nostri tempi legata all’aumento della durata della vita. E’ un problema non semplice da gestire – ci spiega – ma non ci fa paura, anzi. Le persone con problemi di questo tipo entrano appieno nei nostri obiettivi assistenziali e raccolgono da parte nostra le migliori energie nella ricerca continua di metodi e strumenti volti a sollevarle”.

Casa di Riposo Argentovivo CampobassoCerto accogliere una persona con demenza richiede maggiore lavoro, più attenzione e soprattutto più preparazione. Guai pensare di trattare tutti allo stesso modo e di applicare a tutti lo stesso metodo. “Noi accogliamo anziani che necessitano di un elevato livello di assistenza tutelare e alberghiera continuativa  perché abbiamo esclusivamente  professionisti formati e continuamente aggiornati allo scopo di riuscire a vedere nella persona con demenza tutto il bello che ancora conserva e soprattutto quello che è ancora capacissima di donare, nonostante la diagnosi di malattia”.

Un approccio che parte da una consapevolezza ormai consolidata in tutti gli operatori della casa: le persone affette da demenza possiedono, finché c’è vita, la capacità di provare ed esprimere emozioni e soprattutto di sentire quelle degli altri; emozioni quali la gioia, la curiosità, lo stupore, la rabbia, la paura e tantissime altre devono quindi far parte della loro vita e sta a chi li segue fare in modo che ciò accada.

“Ecco perché è presente sempre la psicologa che si occupa dell’osservazione e della valutazione del profilo cognitivo, comportamentale e psicologico di ogni ospite: solo così si possono realizzare azioni terapeutiche e attività personalizzate, discusse e preparate in équipe anche con la partecipazione dei familiari”.

E le tecniche sono soprattutto legate ad attività tradizionali non farmacologiche che però richiedono tempo ed attenzione da parte degli operatori: attività di educazione al con-tatto, stimolazione delle abilità creative, coltivazione di piantine, passeggiate e respirazione all’aperto, organizzazione di soggiorni al mare o gite, feste con musica, canti e balli, la Risata Incondizionata Terapeutica, attività fisica adattata di gruppo ad altro.

Tutto questo supera ogni demenza e guida la persona cin la patologia verso una condizione di benessere generale: fisico, psichico e sociale.